lunes, 28 de marzo de 2016

Sorgente del Vino LIVE 2016 Piacenza

Como pasa el tiempo! Me acabo de dar cuenta que ha pasado más de un año desde mi último post en español en este blog! Lamentable. Pero la falta de tiempo es lo que hay, y no doy abasto para todo! A ver si puedo retomar mi vieja costumbre de traducir mis posts del inglés en seguida.

Acabo de volver de una feria de vinos naturales en Piacenza, una pequeña ciudad en el centro-norte de Italia (Sorgente del Vino LIVE 2016). Mi propósito era encontrar distribuidor(es) para mis vinos en Italia. Llevaba tienpo pensando que era un poco absurdo exportar mis vinos a paises tan lejanos como USA y Canadá, y no tener presencia en paises tan cercanos como Italia. Y más absurdo aun, teniendo en cuenta que soy medio-italiano! Italo-escocés para ser exacto!

La Feria

Mi primera y más fuerte impresión de la feria se puede expresar en cinco palabras: a, lu, ci, nan, te!

Me he quedado sorprendido y desbordado por el interés y entusiasmo hacia mis vinos, tando a nivel profesional como a nivel del publico amante del vino. Tocando madera, creo que probablemente haya encontrado por lo menos un distribuidor ya! (*) Pero fue a nivel de publico que más me ha impresionado. El tercer día de la feria me quedaba sin vino, porque lo había vendido casi todo. Y tabajé sin parar los tres días - al final tenía dolor de pies, de estar de pie tantas horas, y dolor de garganta de tanto hablar con la gente.
Mi mesa, vista por detras.

La verdad es que me siento un poco tonto por haber dejado pasar tantos años antes de empezar a trabajar con Italia. Creo que subconscientemente estaba pensando que en Italia tienen tantos vinos, y tan buenos tantos de ellos, que no habría interés alguno por vinos españoles; además, los vinos españoles tienen mala fama, por ser demasiado alcohólicos, pesados, cabezones y baratos. No es la verdad, claro, pero la realidad es que eso es la fama qie tienen en el extranjero. Por eso mi sorpresa ante tanto entusiasmo!

Pues ahora tengo que ponerme a trabajar. Aparte de negociar con los nuevos posibles distribuidores, tengo que terminar de podar (me quedan 2 ha), y tengo que embotellar unos cuantos lotes de vinos (unoas tres mil botellas en total). Tendré que escalvizar a mi familia y abusar de mis amistades me temo :)

Desgraciadamente no he podido vistar Piacenza, que tenía pinta de ser una ciudad muy bonita. No he visto nada más que la estación de tren, y unas pocas calles alrededor mientras buscaba unos regalitos.

Aprovecho este espacio y momento para dar las gracias a los siguientes viñerones: Andrea Cervini, quien me ha hospedado en su casa en la campiña cerca de Piacenza; Roberto Bragagni y Paolo Babini, quienes aparte de compartir unos buenos momentos y buenas cenas, me han proporcionado muchos contactos y clientes. Si encontráis los vinos de estos tres, recomiendo que los probais! Son todos naturales, sin química, hechos con variedades locales y todos muy expresivos de sus terroirs.
Desayuno espontaneo antes de entrar a trabajar

Y para terminar, un anécdota tragi-cómica. En el tren de vuelta al aeropuerto, el revisor me hizo bajar de tren (junto con otra decena de extranjeros) porque no habíamos convalidado nuestros billetes en una máquina antes de subir al tren. Yo, siendo italiano, sabía que había que hacerlo , pero se me había olvidado! Pero, alucino que el revisor hizo bajar a extranjeros que no tenían manera de conocer esta extraña costumbre. Encima, la estación donde bajamos estaba sola a 5 minutos del aeropuerto. Menos mal que iba con 4 horas de anticipo, asi que cogí el siguiente tren (una hora después) pagando €2,50 y convalidando el billete en la dichosa maquinita! ¿Qué pensarían esos pobres extranjeros? Especialmente si perdían sus vuelos. Bonito recuerdo de Italia tendrían.


(*) A la fecha de publicar esto, ya he enviado un pallet de vinos a La Pattuglia Enogastronomica, distribuidores de vinos y cervecas naturales, basados en Roma.





sábado, 13 de febrero de 2016

Etichette

Qualque anno fa, a un articolo che scrissi circa delle mie etichette, ci fu una valanga di commenti; e risposi a tutti qui. Be, due giorni fa è successo un altra volta, solo che questa volta era una sola persona che si è offesa! Ma comunque mi ha fatto pensare lo stesso, e ho scritto questo post.

(scusate il pessimo italiano in cui scrivo – le circostanze della mia vita hanno fatto che la scuola l’ho fatta in inglese!)

Prima di tutto, ecco l’etichetta in questione:

 

Prima di incominciare, vorrei mettere le cose in contesto; a me mi piace sempre ricordare:

1. È solo vino! Nel gran insieme di cose che sono importante e/o essenziali per me e per tanta altra gente, il vini e le etichetti sono ben poco importante! Sto pensando in cose come le tragedie humanitari dei Sirii, i Palestinesi, i Kurdi, i banchieri/economista/politici che stanno distruggendo la nostra società e impoverendo a millioni di persone, i pericoli delle centrali nucleari, la diforestazione, l’abuso dei minori, le balene, l’ozono, il Mare di Azov, ett, ett, ett.

2. Anche nel mondo triviale del vino, nella scala delle mie preocupazioni, le etichette mi importano assai poco. Molto piu importante, per esempio è la qualità del vino, la qualità della uva, l’impatto ambientale di coltivare la mia uva e di fare il mio vino, ett,

Detto questo, ora passo a spiegare la mia posizione e i miei pensieri sull'informazioe che scrivo sulle mie etichette.

Il mio primo e principale motivo per elencare tutti gli ingrediente e processi (incluso cio che NON ci metto nel vino, e i processi a cui NON sommetto il vino) è per informare al pubblico, ai possibili cliente, di modo che possano avere tutta la informazione possibile per decidere se gli interessa comprare il vino o no.

Fino a ora, tutto il feedback che ho ricevuto dai consumatori è stata positiva, e tutti erano molto contenti di averla ricevuta.

Lo spirito (anche se non sempre la lettera) di tutte le leggi riguardo gli alimenti è infatti la protezione del consumitore mediante la informazione.

Come forse sapete, o no, l’industria del vino è esento dai requisiti normali del etichetaggio degli alimenti. Sarei molto interssato in sapere come mai, perché non sono riuscito a scoprirlo da me fina ad ora. Pero curiosamente, i requisiti legali su quello che si puo scrivere e quello che è vietato scrivere sull etichette è strodinariamente complesso e dettagliato. Ovviamente c’è qualcosa che puzza qui, e l’interessi dei consumitori non si stanno proteggendo. Mi da l’idea che sono l’interessi della industria del vino che si stanno proteggendo.

La radice del problema è infatti la legislazione del etichetaggio, e quello è la mia seconda ragione per scrivere tanta informazione, cioè per chiamare l’attenzione al problema, generare un po di dibattito, e forse anche aiutare ad arrivare a una soluzione.

Seguendo la stessa filosofía, spiegherò anche perché NON scrivo tutta quella informazione:

NON la scrivo per farmi pubblicità o per fare del marketing furbo, per cercare di venderé piu vino. Fortunatamente, sono un piccolissimo produttore (circa 12,000 bottiglie al anno) e (fortunatamente) non ho problema alcuna per vendere tutta la mia produzione. Quindi non ho bisogno di aumentare le vendite. Mi potete credere o no, ma non c’è maniera di provarlo. (Filosoficamente o lógicamente, non existe maniera di provare qualsiasi affermazione negativa!)

NON la scrivo per denigrare o accusare altri vigneron onesti che lavorono duro. Questo lo dico perche diversi persone del mondo del vino si sono sentiti offesi, e vedono la informazione che scrivo sulle mie etichette come un attacco personale oppure sulle sue pratiche agricole o vinicole. Mi dispiace che se la prendino cosi, pero come ho detto, non è affato la mia intenzione.

Sfortunatamente c’è poco che ci posso fare riguardo la gente che si offende dove non c’è intenzione di offendere, ma solo la intenzione di proporzionare informazione al consumitore.

Una cosa che cerco sempre di fare è scrivere chiaramente e di maniera non ambigua cosi non trasmetto messaggi sbagliati, specialmente parlando di un tema polémico come questo. Cerco anche di mantenere il mio senso di umore e il mio cinismo irriverente sotto controllo, anche se mi piace essere irriverentemente cinico!

Penso che è ridicolo dire che cerco di segnalare nessuno o puntare un dito accusatore a nessuno. Ho ricevuto molti commentari del tipo “se tu scrivi quello, implica che….”.  Be, forse si e forse no, ma come si puo sapere se non lo affermo o nego io, lo scrittore. E se poi sto mentendo? Se potrebbe dire lo stesso su qualsiasi frase scritta.

Per esempio, ecco una frase molto comune che se vede su molti vini: “… uva ben selezionata…”. Ora io dico: "Che? Ma come osi dire che io non seleziono bene la mia uva?"  Lo capite?

Non c’è senso leggere le parole su una etichetta e poi dire che quelle parole “implicano” qualcos’altro.

Se io dico che “non aggiungo pezzettini di quercia al vino” vuol dire che non aggiungo pezzettini di quercia al vino. Non vuol dire che sto accusando altri vigneron di aggiungere pezzettini di quercia al vino. Non esiste soluzione utile a un argomento basado su cio che presumibilmente “implicano” le mie parole.

Un altra critica che ho ricevuto (da gente del vino, non da consumitori) è che sto tratando di essere piu bravo, o ecológico degli altri. Ma neanche questo è vero.

Io faccio quello che faccio (viticoltura biológica, senza química, senza processamenti innecessari) perche credo che sia la miglior forma di fare il vino. Cosi non inquino il medio ambiente ne metto a rischio la salute di miei clienti. Cosi credo io. Ho deciso che voglio lavorare cosi, e non ho niente da dire su come lavorono gli altri. Specialmente sulle mie etichette! Questa è una decisione personale che credo che sia corretta. È la mia piccola contribuzione a fare un mondo migliore.

In una conversazione privata o in un evento pubblico dove mi hanno invitato a parlare, non dubiterò a esprimere le mie opinioni su come certe aziende inquinano il medio ambiente o come aggiungono prodotti chimici e sostanze al vino. Ma sulle mie etichette no.

Implica tutto questo che altri vigneron inquinano o che aggiungono sostanze al suo vino? No, non lo implica, anche se il senso comune ci dice che alcuni si lo fanno.

A me mi garba pensare che sono una persona piuttosto pragmática e preferisco 'fare' e non perdere il tempo a parlare o lamentarmi degli altri. Per quello lavoro nelle vigne e faccio vino naturale senza chimica in cantina! Credo che è propio una perdida di tempo trattare di convincere gli altri a essere come me! Per quello non lo faccio. Ovviamente credo che io ho ragione, ma credo anche che non serve a niente trattare convertire gli altri al mio punto di vista.

Forse se tutte le aziende di vino usassero etichette come le mie (per legge o voluntariamente) e dicessero quello che mettono nel vino, allora i suoi consumatori avrebbero piu informazione e potrebbero decidere meglio se comprare o no. No capisco propio come mai non lo fanno. Hanno il diritto di non farlo, certo. Staranno facendo qualcosa di illegale? Penso che la grande maggioranza no. Staranno facendo qualcosa che non vogliono far sapere ai consumitori? Non lo so, e “francamente, me ne infischio”

Salute! Un brindisi a quello che c’è dentro della bottiglia, non fuori! J


 
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